Le voci di dentro è una commedia in tre atti di Eduardo De Filippo composta nel 1948[1] inserita dall'autore nella raccolta "Cantata dei giorni dispari".

Trama
Alberto Saporito denuncia, con il fratello Carlo, l'assassinio dell'amico Aniello Amitrano scomparso da qualche giorno, da parte dei Cimmaruta, suoi vicini di casa. Quando però la polizia irrompe in casa Cimmaruta senza trovare alcuna prova, Alberto lentamente si rende conto di aver sognato tutto. I Cimmaruta, scagionati, ad uno ad uno confessano ad Alberto di credere possibile l'omicidio, e finiscono per incolparsi a vicenda, cercando di sapere di quali prove sia in possesso. Intanto il fratello approfitta della situazione per appropriarsi delle poche cose di Alberto. Viene anche a mancare il vecchio zio Nicola, che, considerando ormai inutile parlare, comunicava con un linguaggio muto a base di botti e fuochi d'artificio. Alberto rischia l'arresto per reticenza, mentre i Cimmaruta ordiscono un piano per sopprimerlo. Infine Aniello riappare e solo ora Alberto può sfogare il suo sdegno verso l’immoralità quotidiana, verso coloro che hanno creduto possibile il delitto tentando prima di corromperlo e poi di ucciderlo.